| La ricerca andò avanti per alcuni minuti di completo insuccesso. Non avere la minima idea di chi cercare non era certo uno stimolante per proseguire nonostante i fallimenti, ma di certo Ryu non poteva arrendersi in una situazione del genere, che figura avrebbe fatto. Con la decisione che lo contraddistingueva iniziò a chiedere alle persone che si trovavano dinanzi a lui, indipendentemente dal loro aspetto, in fin dei conti, tutti avrebbero potuto essere " il suo uomo". Si trovava ancora all'esterno dell'ospedale quando incontrò un uomo sulla trentina, fisico impostato, coprifronte della foglia indosso ed aria vigile. Gli si avvicinò e con cortesia disse. Sono Shinryu Hyuga, mi trovo qui perché mi è stata affidata una missione. Ma del committente o dello shinobi che deve darmi le restanti informazioni, neanche l'ombra. Saprebbe aiutarmi. Mi dispiace ragazzo, ma non so nulla di un'eventuale missione in questa zona. Prova a chiedere all'interno dell'ospedale, anche se, ti avverto, saranno parecchio indaffarati. Negli ultimi giorni c'è stata una frana, che ha fatto un bel po' di vittime. Siamo qui anche per vigilare la zona, non si sa mai cosa può succedere in queste occasioni, il dolore può portare a prendere delle decisioni molto sbagliate. Shinryu si limitò ad annuire alle parole del ninja e a salutarlo, prima di congedarsi. Aveva sentito solo qualche voce riguardo la frana degli ultimi giorni, ma non era a conoscenza del fatto che fosse così grave. Rimaneva sempre rammaricato all'udire di queste tragedie, in cuor suo pensava ci fosse sempre un modo per evitare tanto dolore. Magari un'organizzazione migliore o un controllo del territorio più efficace, anche se nei tempi in cui si trovavano, forse, il controllo del territorio non era uno dei primi pensieri degli Hokage. Sì combatte, con lo scopo di proteggere il proprio villaggio dalle minacce esterne, si affrontano guerre con lo scopo di offrire un futuro migliore ai giovane della propria nazione e alla fine si arriva a trascurare ciò che si vuole proteggere, perché impegnati in "altro". Fu questo ciò a cui pensò il giovane nel momento in cui, una volta entrato nell'ospedale, vide dei bambini feriti in attesa di cure. Per fortuna le loro condizioni non sembravano essere tanto gravi, ma lo stesso non si poteva dire di coloro che venivano trasportati sulle barelle, in preda ai dolori e ai lamenti. Per un attimo il giovane chiuse gli occhi, cercando di estraniarsi da tanto dolore e tanta sofferenza, ma gli fu impossibile. Come un odore che impregna i vestiti quella soffocante sensazione non lo abbandonava, si sentiva chiusa in una stretta morsa, che si stringeva sempre più, che toglieva il respiro. Sì riprese, quando sentì la sua gamba venir toccata lievemente. Erano le mani di uno dei bambini seduti ad attendere l'arrivo di un medico, il piccolo non disse nulla, semplicemente si limitò a sorridere. Un sorriso che valeva più di mille parole. Se quel bambino riusciva a trovare la forza di sorridere nonostante tutto quello che aveva subito, tutto quello che aveva visto, doveva farlo anche Shinryu. A sua volta rispose sorridendo, senza aggiungere altro se non una carezza, quel bambino era riuscito a scrutare nel profondo della spessa armatura che si era costruito nel corso del tempo, aveva visto oltre i freddi e bianchi occhi. Poteva sembrare strano, forse fin troppo banale, ma in quel sorriso, il giovane genin di Konoha, aveva trovato un altra ragione per lottare e non arrendersi di fronte alle difficoltà, un'altra ragione per andare avanti anche quando si ha l'impressione di sprofondare nel baratro più profondo. E' proprio vero che certe volte accadono cose che non ti aspetti, ma che sono in grado di farti vedere le cose da una prospettiva diversa. Si impara qualcosa anche da questi piccoli gesti e questo è il mio momento per imparare. Anche se dovrei essere un esperto delle cose " accadute per caso", la vita non smette mai di sorprendere. Pensò il giovane mentre avanzava inoltrandosi nell'ospedale. Si osservava intorno per capire dove andare, le stanze erano piene di medici e pazienti, le sale d'attesa adibiti a stanze di controllo, tutti fin troppo indaffarati per trovare il tempo di rispondere alle domande di Shinryu, tantomeno egli avrebbe provato ad avanzare qualche domanda. Si limitò a proseguire le ricerche come aveva fatto in precedenza, prestando attenzione anche al più piccolo dei dettagli. Se il committente o colui che disponeva delle informazioni per proseguire nella missione, si trovava nell'ospedale, a giudicare dalla situazione in cui versava la struttura, probabilmente si trovava in una delle poche stanze vuote. Così il giovane andò alla ricerca di una stanza che corrispondesse a quella immaginata. Dopo qualche minuto si imbatté in una stanza semivuota. Qui si trovavano due persone, un ninja, probabilmente di grado superiore a genin a giudicare dal gilet che indossava, ed un ragazzo, più basso di Shinryu e un po' più giovane ed aveva i capelli castani. Inoltre indossava due strani pupazzi, uno bianco ed uno nero, una cosa abbastanza inusuale per un genin. Si avvicinò ai due e con voce sicura disse. Sono Shinryu Hyuga, genin di Konoha, mi trovo qui per prendere parte ad una missione di livello D. Il ninja superiore in grado, non impiegò molto tempo prima di dissipare tutti i dubbi che avvolgevano la missione. Il compito dei due genin, poiché anche il ragazzo avrebbe partecipato alla missione insieme a Shinryu, era quello di dirigersi in un villaggio vicino e portare a Konoha delle scorte per l'ospedale. Avrebbero avuto bisogno di un rotolo per poter prendere la merce dal mercante, cosa alquanto singolare. A Shinryu venne affidato il rotolo, mentre al suo compagno di missione la lista con tutti gli oggetti necessari da riportare al villaggio. Così la nostra missione consiste nel andare al villaggio vicino e recuperare le scorte dell'ospedale... Con tutta questa segretezza, mi aspettavo qualcosa di più "pericoloso", anche se le ultime parole del nostro superiore mi lasciano un po' perplesso, forse temono qualche problema, o con molta probabilità era solamente un modo dire. Beh, in ogni caso è meglio partire, il fatto che la missione può essere terminata in giornata è una buona cosa. Salutato il superiore, Shinryu fece per dirigersi all'esterno dell'ospedale, pronto a partire alla volta di Otafuku city, ma prima di allontanarsi troppo, si voltò in direzione del suo compagno e disse. Piacere, sono Shinryu, ma puoi chiamarmi anche Ryu o Shin, affrontiamo questa missione insieme! Disse tendendogli la mano. Era consapevole di quanto fosse importante creare un legame con i compagni di missione, per evitare che anche quelle più semplici possano trasformarsi in tragedia, anche se uno dei principali motivi che l'avevano spinto ad andare oltre la sua solita freddezza, era la curiosità nei confronti di quel ragazzo e dei suoi pupazzi.
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