| Narrato Parlato Pensato Parlato sensei
Pochi attimi dopo al mio arrivo, sentì un rumore secco provenire dalle mie spalle, come lo scricchiolio di un ramo che si rompe. Di scatto mi girai e vidi di fronte a me il misterioso uomo dal volto coperto, che avanzava nella mia direzione, con passo sicuro, ma calmo. Come prima cosa, prese il lembo inferiore della bandana e tirandola verso il basso, scoprii il volto, sorridente. Marchiato da una vistosa cicatrice di tonalità più scura rispetto alla pelle, posta proprio sull'occhio destro, nonostante l'occhio non paresse aver subito alterazioni. In seguito si tolse anche la parte di copertura che gli nascondeva la fronte e la testa, lasciando cadere sulle spalle lunghi capelli neri, perfettamente lisci. Nonostante la faccia giovanile, doveva aver affrontato molte prove in passato, scontri e duelli impegnativi, visto i segni subiti. Ciò mi fece pensare al fatto che lui doveva essere un nukenin, di alte capacità, sicuramente abile e ben allenato. Questa nuova idea mi rassicurò, non stavo perdendo il mio tempo, mi stavo allenando con una persona capace e ciò sicuramente mi avrebbe permesso di crescere più velocemente. L'uomo, dopo essersi finalmente mostrato, iniziò a parlare, mantenendo lo stesso tono di qualche giorno prima. Quindi, hai deciso di ritornare qui... Vuol dire che ci avevo visto giusto sul tuo conto, Rayne Kaguya! Probabilmente ti starai chiedendo come faccio a conoscerti, beh te lo spiegherò un altra volta. Ora ho bisogno che tu mi segua, è l'unico modo per valutare il tuo animo, per capire se sei realmente pronto ad affrontare questo percorso. Seguimi. Mi ero distratto, tanto da non sentire la fine del suo discorso e l'inizio della sua camminata. Pensavo su cosa egli sapesse sul mio conto, oltre al nome, sapeva di mio padre? Dei ninja malvagi di Kiri? Per sapere queste cose, doveva avermi seguito, non c'era altro modo, probabilmente erano giorni che egli mi stava dietro, senza che io neanche me ne accorgessi. Comunque, devo seguirlo, voglio sapere quali sono i suoi obbiettivi e come fa ad avere queste informazioni sul mio conto! Inoltre con lui avrei sicuramente migliorato le mie doti ninja, sviluppandomi molto velocemente. Decisi perciò di seguire un'altra volta il ninja, alla fine, sino a quel momento non aveva fatto nulla che potesse suggerirmi la fugga, mi aveva solo allenato ed insegnato due abilità. Notai con stupore, al mio riprendermi, che l'uomo si era già distanziato da me e non poco, perciò iniziai a correre, nella sua direzione, intenzionato a raggiungerlo alla svelta ed inseguito adeguare il mio passo al suo. La camminata fu lunga e noiosa, nessuno dei due apri bocca, restando completamente chiuso nei propri pensieri, nei propri dubbi e nei propri desideri. Dopo circa un'ora di corsa, in cui passammo in una zona collinare, giungemmo ad una radura piuttosto grande, dall'altra parte, quello che sembrava a tutti gli effetti un villaggio contadino, composto da piccole case in legno scuro, al centro del villaggio, vi era una piazza di medie dimensioni, molte volte più piccola rispetto a ciò a cui ero abituato a Kirigakure, sparsi all'interno d'essa, alcune bancarelle. L'unica costruzione che spiccava in risalto, era quella situata più a nord, alta ben due piani e grande come tre case contadine, essa anche da quella distanza si poteva notare alla perfezione, sovrastare tutte le altre case e in paragone farle sembrare minute. Sicuramente quella deve essere la casa del capo villaggio! Non può essere altrimenti. Il sensei aprì nuovamente la bocca, spiegandomi che quello era il luogo, dove sarebbe iniziata la mia prova. Cosa intende come prova? Un test? Cosa mi farà fare? Immagino sia un nukenin, quindi mi farà rubare qualcosa o uccidere qualcuno, di certo non si limiterà a farmi fare una passeggiata per le vie del paesino. Sarà meglio se mi pongo questa domanda ora, sono disposto ad uccidere? Era una domanda difficile, ancora più difficile era rispondere ad una domanda del genere così, su due piedi. Sicuramente in futuro avrei dovuto uccidere, per vendicare il disonore portato sulla nostra famiglia, ma ero disposto ad uccidere qualcuno che non mi aveva creato nessun tipo di danno?... Forse si o forse no, fu l'unico pensiero che riuscì a formulare, probabilmente finché non mi sarei trovato di fronte ad una situazione del genere, non avrei saputo con certezza la mia reazione...
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